Primo non sprecare. L’esperienza dell’ app Squiseat che soddisfa sia il commerciante che l’utente finale.
Intervista di Anna Magli ad Alberto Drusiani, uno degli ideatori di Squiseat.
Nel panorama sempre più incoraggiante delle iniziative per ridurre lo spreco di cibo, Squiseat è una delle più recenti ma anche di quelle destinate a replicarsi in molte città italiane per gli ottimi risultati che sta ottenendo. Lanciata a Bologna nel 2021, grazie a quattro ragazzi laureati in informatica all’Alma Mater, questa semplice app nasce per trasformare le rimanenze di cibo fresco, nel corso della giornata, in prodotti venduti a prezzi super scontati. Un meccanismo che permette di ottenere un duplice scopo: quello di favorire il venditore, che evita sprechi e relativi costi, e quello di soddisfare il compratore che acquista cibo ancora perfettamente commestibile alla metà rispetto al suo valore di mercato. Si tratta esclusivamente di prodotti che altrimenti finirebbero nella spazzatura. L’offerta comprende il prezzo, la quantità e l’orario per il ritiro, che di solito coincide con quello di apertura del punto vendita. Il compratore con un clic genera l’acquisto, paga attraverso la app e si reca al negozio per ritirare il prodotto. Per capire meglio come è nata e come funziona abbiamo intervistato per voi Alberto Drusiani che, grazie ad una sua esperienza personale ha saputo individuare questa opportunità.
Innanzitutto ci piacerebbe sapere da dove è nata l’ispirazione per mettere a punto l’ app. Abbiamo parlato di un’esperienza personale ma immaginiamo che prima di renderla operativa ci saranno stati molti passaggi di perfezionamento…Come avete individuato i vostri fornitori e che tipo di accordo avete stipulato?
I “fornitori” sono tutti gli esercizi commerciali che hanno una vetrina dove esporre prodotti alimentari, come ad esempio le gastronomie, i forni, le macellerie, le pizzerie al taglio, etc. Avendo una vetrina da riempire, producono in anticipo ed è fisiologico che qualcosa rimanga invenduto. L’accordo è molto semplice: per ogni ordine effettuato sulla piattaforma, loro si tengono la fetta più grande del guadagno e noi tratteniamo una commissione. Non c’è quindi nessun tipo di abbonamento ricorrente o vincolo nascosto.
Chi è il vostro cliente tipo? Immaginiamo che non si tratti solo di studenti ma, vista la crescita vertiginosa dei prezzi, anche famiglie o single.
Il cliente tipo che abbiamo delineato è tra i 20 e 45 anni, dallo studente universitario che vuole spendere meno ma mangiare comunque bene e i genitori con famiglia che tornando a casa dal lavoro passano a prendere la cena per tutta la famiglia ad un prezzo molto vantaggioso senza dover cucinare.
Ci può fare un esempio di quanto viene a costare, mediamente, per l’utente una colazione o un pranzo utilizzando Squiseat?
Una colazione su Squiseat può costare intorno ad 1€, considerando che le brioches vengono vendute circa a 60 cents. Un pranzo intorno ai 4€ se si vuole mangiare una lasagna o 2€ per un panino.
Recentemente vi state affacciando anche sulla piazza milanese, avete intenzione di coinvolgere altre città? A Bologna potete contare su un’esperienza diretta ma come pensate di organizzare la rete dei vostri fornitori in città che non conoscete?
Come tutte le startup vogliamo crescere ed aumentare il bacino di utenza. La prima città dopo Bologna è Milano, nella quale stiamo cercando le giuste sinergie per partire come su Bologna. La ricerca e la creazione della rete di fornitori è la cosa più sfidante e stiamo prendere accordi tramite diversi canali per massimizzare la conversione.
Avete in mente di utilizzare anche altri canali distribuitivi come market o grande distribuzione?
La grande distribuzione è sicuramente un canale molto interessante per il nostro servizio, in quanto si concentra un grosso volume di spreco in pochi esercizi. Ad oggi abbiamo chiuso un accordo con Naturasì a Bologna e qualche punto vendita Carrefour in Lombardia.
Un’ultima domanda, in cosa vi differenziate da “Too good to go” l’app leader in Europa per combattere lo spreco di cibo?
La differenza principale con TGTG è la scelta: su Squiseat è possibile aderire alla lotta allo spreco alimentare senza avere il compromesso di non sapere cosa si va a comprare. In questo modo chi ha esigenze alimentari o semplicemente esigenze di gusto può comprare esattamente quello che gli serve, minimizzando il rischio di buttare a sua volta un prodotto che non vuole o non può mangiare. Per quanto riguarda i fornitori, il guadagno tramite Squiseat risulta più alto a parità di vendite.