Simone Paulin. Fare scultura con materiali naturali vuol dire perseverare e poi lasciar andare.
Intervista di Anna Magli a Simone Paulin, artista
La sua Aquila sovrasta da sopra la collina il paese di Monghidoro, imponente nella sua apertura d’ali di oltre 4 metri, come se fosse pronta a prendere il volo per esplorare l’Appennino. Un’altra opera del percorso artistico Bologna Montana Art Trail. Diamo voce oggi a questo giovane artista, protagonista con altri maestri di una rassegna in continua evoluzione, dove selezionati scultori realizzano opere di Land Art avvalendosi di materiali prevalentemente naturali, come alberi, rami, sassi, terra ed altro. Le opere sono e saranno installate in modo permanente lungo il percorso con l’intento di realizzare nell’arco di alcuni anni una galleria a cielo aperto, costellata di decine e decine di installazioni. Simone Paulin nasce a Gorizia nel 1980 e ben presto riconosce nell’arte la possibilità di ricercare nuove tecniche e nuovi stili. Organizza diversi laboratori artistici, contribuisce alla realizzazione di eventi, mostre d’arte, concerti ed entra a far parte di associazioni e gruppi con queste finalità. E’ direttore artistico di AESON, il progetto culturale che ha realizzato un percorso dedicato alla Land Art, attraverso una serie di opere e installazioni posizionate nelle aree verdi che costeggiano il fiume Isonzo.
Simone, qual è stata la sua esperienza di formazione e qual è il suo percorso artistico?
Ho seguito studi tecnici e successivamente artistici, mi sono confrontato con artisti e artigiani e ho sviluppato metodi personali per realizzare le mie opere. Mi piace sperimentare e questo mi permette di rinnovare il mio entusiasmo verso l’arte.
Secondo la sua esperienza, quali sono le inclinazioni, gli stati d’animo e le competenze che deve avere un artista di land art?
Le opere sono realizzate in contesti naturali per cui bisogna apprezzare gli spazi aperti, ogni opera viene immaginata per essere in armonia con il luogo in cui viene realizzata. In qualche modo si crea una connessione in cui l’opera stessa è frutto di un dialogo fra artista e ambiente. Sono richieste competenze artistiche per raggiungere determinati significati estetici, competenze tecniche perché bisogna tenere in considerazione aspetti statici, bisogna conoscere i materiali specifici appartenenti al luogo in cui si va a operare, inoltre è necessario avere capacità di improvvisazione in quanto possono esserci un’infinità di imprevisti, ad esempio la reperibilità dei materiali, il tempo atmosferico.
Fare scultura con materiali naturali vuol dire perseverare e poi lasciar andare. Tutto quello che facciamo non dura per sempre, la natura si riprende i suoi spazi.
Lei sceglie il materiale in base al soggetto o perché, magari, quella materia inerte le ha procurato determinate sensazioni?
Entrambe le cose, ogni materiale ha un suo linguaggio, si tratta di interpretarlo e sfruttarlo per ottenere i risultati voluti, in alcuni casi è il materiale stesso a suggerire determinate possibilità.
La materia, soprattutto se di origine naturale, può avere un forte valore evocativo, può invitarci a provare delle sensazioni, può traspirare significati.
Come trova le fonti di ispirazione per realizzare i suoi lavori? Da dove trae spunto la sua creatività?
Sono un attento osservatore e sono molto curioso, amo usare la mia immaginazione per progettare e poi costruire, questo mi fa stare bene.
Quante opere ha realizzato a oggi? Quali sono quelle che le hanno dato maggiori soddisfazioni?
Ho sempre avuto qualcosa da fare, già dall’infanzia, ogni progetto inizialmente più piccolo e poi più grande mi ha appassionato e mi ha spinto a volermi migliorare.
Realizzo opere di vario genere da più di trent’anni, ma la prima opera di Land art l’ho realizzata nel 2008 quindi 16 anni fa.
Personalmente mi è capitato di essere soddisfatto nel realizzare opere che avevano un contenuto significativo per le comunità in cui venivano installate, è un piacere quando la gente del luogo apprezza il proprio lavoro.
A volte capita di realizzare qualcosa che allo stesso tempo è forte ed essenziale, in quel caso si crea una buona connessione con chi osserva l’opera.
Qual è la sua idea di armonia fra i due mondi, quello dell’uomo e quello della natura?
L’uomo è parte della natura, l’armonia si crea quando non c’è presunzione di poter dominare. Si discute molto su quest’ argomento, credo che si debba essere consapevoli dei propri presupposti e non sempre è facile trovare le risposte che cerchiamo. L’uomo deve cercare la sua pace e per ottenerla deve aver cura dell’ambiente
Parliamo della sua opera per Bologna Montana Art Trail, l’Aquila, C’è una motivazione dietro la scelta di questo soggetto?
Il soggetto dell’aquila mi è stato espressamente richiesto dall’amministrazione del Comune di Monghidoro. Mi piace realizzare animali ma anche soggetti di altro genere.
Quale messaggio ha voluto mandare a chi osserva il suo lavoro? Cosa rappresenta la sua aquila ad ali spiegate?
L’aquila è un animale che possiede forza, libertà e consapevolezza, inoltre rappresenta il trionfo del bene sul male. Ci ricorda che siamo piccoli di fronte alle forze del cosmo e che c’è una saggezza insita in tutte le creature.
A cosa sta lavorando ora?
Sto realizzando delle altre commissioni con la stessa tecnica, sono impegnato con diversi progetti artistici e sicuramente non mi annoierò per un bel po’.
Alcune cose sono già in cantiere ed altre stanno prendendo forma.