Banche dei semi, come si salva la biodiversità vegetale.
Intervista di Anna Magli alla presidente della rete Ribes, Dott.ssa Sara Magrini.
Il tema delle “banche dei semi” è uno di quelli che torna periodicamente in scena quando si parla di biodiversità e della sua conservazione: si cita in genere l’avveniristica Svalbard Global Seed Vault nelle isole Svalbard, dedicata alle specie di interesse agrario e alimentare, ma ce ne sono molte anche nel nostro Paese. In Italia, per esempio, nel 2005 è nata la RIBES, cioè la “Rete Italiana Banche del Germoplasma”. A oggi, questa rete riunisce 18 banche dei semi, presenti in quasi tutte le regioni del Paese. Le banche dei semi, dette anche “banche del germoplasma”, sono un tipo particolare di banche genetiche, cioè depositi dove viene conservato il materiale genetico delle piante. In questo caso, si tratta di depositi di semi di piante spontanee per la loro conservazione “ex situ”, cioè fuori dal loro ambiente naturale. Questi depositi possono essere molto grandi come la Millennium Seed Bank del Royal Botanic Gardens (Kew), che conserva semi di piante spontanee provenienti da tutto il mondo, ma in genere sono strutture più piccole che conservano semi a livello locale o regionale. Si parla invece di conservazione “in situ” per le azioni di conservazione di specie vegetali direttamente nel loro habitat naturale: ne sono un esempio, le leggi e direttive per la conservazione della flora, le riserve naturali, gli interventi di ripristino degli habitat, ecc.
Ne parliamo con la presidente della rete Ribes, Dott.ssa Sara Magrini.
Quale è la missione della rete Ribes?
L’Associazione è nata per garantire:
– la conservazione ex situ delle specie della flora spontanea italiana a rischio di estinzione elencate in liste di interesse mondiale, nazionale, regionale e provinciale, o in altri repertori di riconosciuta validità scientifica;
– la conservazione ex situ delle specie della flora spontanea italiana di rilevante significato biogeografico, ecologico, paesaggistico e di potenziale interesse per azioni di rinaturalizzazione quali il restauro, il recupero, il ripristino e la riqualificazione ambientale.
Quante sono le Banche del Germoplasma che fanno parte della rete Ribes e in quali regioni si trovano?
Le banche della rete sono 18, distribuite nella maggior parte delle regioni italiane:
- Nord: Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia;
- Centro: Toscana (con 2 sedi), Lazio (con 2 sedi), Umbria, Marche, Abruzzo;
- Isole: Sicilia (con 3 sedi) e Sardegna.
Ogni banca è competente per le piante autoctone del proprio territorio?
Per la maggior parte dei casi sì, ogni banca tende ad occuparsi della raccolta e conservazione dei semi di specie spontanee della propria regione o provincia. Comunque, ci sono casi particolari in cui le raccolte escono dall’ambito territoriale. Per esempio, la Banca del germoplasma di Viterbo conserva semi di orchidee spontanee raccolte in tutta Italia.
Quante sono le specie conservate nella rete Ribes?
Secondo l’ultimo censimento, le banche della RIBES conservano semi di ca. 3.200 diverse specie, per un totale di oltre 25.000 accessioni.
Come lavorano i ricercatori? Le piante in pericolo di estinzione vengono segnalate sul territorio o sono loro stessi ad andarle a cercare?
I ricercatori per selezionare le specie da conservare utilizzano liste di attenzione,( per esempio gli allegati II e IV della Direttiva EU Habitat o le cosiddette Liste Rosse), che elencano le specie che sono in pericolo di estinzione. In questo modo vengono indirizzati gli sforzi di raccolta e di conservazione verso le specie che ne hanno più bisogno.
Quando rinvenite una specie in pericolo di estinzione, come tutelate la sua conservazione?
In primo luogo, viene valutata la dimensione della popolazione della specie individuata. Poi, se possibile, vengono raccolti semi che una volta portati in banca vengono deidratati, in accordo con gli standard internazionali, e poi conservati in congelatori a temperature intorno ai -20°C per mantenerli vitali a lungo termine.
I semi che conservate possono essere richiesti da coltivatori che vogliono ripopolare terreni di piante o colture in pericolo?
Sono poche le banche della RIBES che conservano specie di interesse agronomico, come per es. la banca semi di Perugia o quella della Maiella, ma può capitare che semi siano richiesti da agricoltori
Perché in Europa sta scomparendo la biodiversità vegetale? E’ solo una questione economica o c’entra anche il cambiamento climatico?
La biodiversità vegetale nell’ultimo decennio sta scomparendo con una velocità che non ha precedenti, a causa dell’eccessivo sfruttamento del suolo e del cambiamento climatico. I lunghi periodi di siccità fuori stagione, i fenomeni piovosi catastrofici che causano alluvioni, le temperature sempre più alte in primavera e in estate. Tutto questo sta causando enormi danni non solo all’agricoltura, ma anche alle specie spontanee. Soprattutto a quelle a rischio di estinzione.
Molte sementi antiche, con specifiche caratteristiche di rusticità e qualità organolettiche, sono state escluse dalle coltivazioni. Come fate per recuperarle?
Alcune banche della RIBES si occupano proprio di questo. Per esempio, la banca della Maiella porta avanti progetti per il recupero delle antiche varietà agrarie, incentivando gli agricoltori abruzzesi a coltivare legumi o grani antichi.
Avete rapporti con la Svalbard Global Seed Vault? Collaborate anche voi alla raccolta e alla conservazione dei semi conservati alle isole Svalbard?
Ad oggi non mi risultano collaborazioni con la Svalbard Global Seed Vault, che conserva semi di specie di interesse agronomico e alimentare. Al contrario, ci sono molte collaborazioni con la Millennium Seed Bank, del Royal Botanic Gardens di Kew, per tirocini, attività di ricerca, progetti, ecc. Inoltre, recentemente, RIBES ha firmato un accordo proprio con la Millennium Seed Bank finalizzato alla raccolta e conservazione dei semi di 5 specie gravemente minacciate di estinzione in Italia, e per la definizione di protocolli per la loro germinazione.