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GBOM Art Trail, Rodolfo Liprandi: le mie installazioni narrano e celebrano la natura, per stimolare riflessioni e consapevolezza.

Intervista di Anna Magli all’autore Rodolfo Liprandi: artista e scultore.

Proseguono i nostri incontri con gli scultori che hanno partecipato alla realizzazione del percorso tematico BOLOGNA MONTANA ART TRAIL, inaugurato nel giugno 2023 e destinato agli escursionisti che potranno percorrerlo a piedi, bike e cavallo. Sul percorso, che tocca i comuni di Loiano, Monzuno, Monghidoro e Monterenzio e S. Benedetto Val di Sambro, è ospitata una rassegna artistica dove, selezionati artisti, realizzeranno, di anno in anno, opere di Land Art avvalendosi di materiali prevalentemente naturali, come alberi, rami, sassi, terra e altro.
Le opere andranno a costituire, nell’arco di alcuni anni, una galleria a cielo aperto, lunga circa 100 km, costellata di decine e decine di opere di Land Art.
Al momento sono presenti sul percorso quattro opere; quella di cui andremo a conoscere l’autore oggi si trova sul percorso nel tratto di Loiano (Bo) ed è il Lupus Lujanes realizzata da Rodolfo Liprandi. L’opera vuole celebrare la bellezza della natura, facendo riflettere sulla complessa interazione tra uomo e natura. Largamente diffuso su gran parte del territorio italiano fino agli anni ’20 del secolo scorso, il Lupo è stato oggetto di deliberati e persistenti interventi di eradicazione che l’hanno portato sull’orlo dell’estinzione.

Rodolfo lei ha una laurea in Scultura conseguita all’Accademia delle Belle arti di Bologna. Dove e come avviene il suo incontro con la Land Art?

A livello teorico è stato un soggetto affrontato appunto durante gli studi in Accademia, una corrente mi ha sempre suscitato simpatia per il suo rigetto al sistema istituzionale dell’arte; nel pratico il primo contatto dal vivo con installazioni di Land Art è avvenuto in Friuli, nel parco dell’Isonzo.
Nel 2016 ho visitato da spettatore il festival di arti nella natura “Aeson”, una realtà creativa che guarda al patrimonio naturale e culturale del territorio attorno al fiume Isonzo. Vedere dal vivo dell’arte in un contesto naturale mi ha immediatamente affascinato e mi ha spinto a cimentarmi, quasi per gioco, in un’installazione di Land Art, partecipando all’edizione 2017 del festival. Come prima sperimentazione il risultato è stato sorprendente e mi ha immediatamente fatto capire come fosse ciò che stavo cercando nella mia ricerca artistica. A seguito di questa prima esperienza, ho avuto la possibilità di creare ulteriormente, attraverso la partecipazione ad Open Call, residenze artistiche ed altri festival, testando i limiti del fare opere figurative, adattandosi alle forme naturali. Con il tempo ho potuto approfondire la tecnica e affinare la mia espressione artistica in simbiosi con la natura; trasformando, contro qualsiasi previsione, quello che era iniziato come un gioco, in un lavoro.

Nelle sue opere si percepiscono una stretta unione e un dialogo tra uomo e natura. Come se il suo rappresentare animali volesse restituire alla natura quello che l’uomo le ha tolto e continua a sottrargli. E’ così?

Non credo che sia un voler restituire qualcosa, ma più un ricevere qualcosa. Il dialogo che avviene durante la creazione delle mie opere lo vedo come un mio personale processo di apprendimento, un’unione simbiotica con il contesto in cui mi trovo ad intervenire, la sua biodiversità, i suoi ritmi, i suoi abitanti e le sue storie. Non è un restituire, al massimo un omaggiare: una celebrazione della Natura e della sua bellezza, prendendo in prestito dei materiali che ci offre, che poi si riprenderà. Le opere che creo sono la ricerca di un equilibrio tra imporsi e adattarsi alle forme e alle condizioni che la Natura mette a nostra disposizione.
Le mie installazioni vengono realizzate con l’intento narrativo di celebrare la natura, di stimolare riflessioni e consapevolezza sull’importanza della natura e di come al suo interno coesistano diverse dinamiche che vanno rispettate e tutelate; tenendo conto di come la natura si muova attraverso cicli vitali di creazione e distruzione, come noi d’altro canto.

I suoi animali sono sempre enormi, giganteschi quasi incombenti. Affascinano ma incutono anche un certo timore. L’uomo deve temere la Natura?
L’uomo non deve temere la Natura, ma deve essere consapevole dei limiti nei suoi confronti. Dovrebbe comprendere quanto sia importante il rispetto per essa, cercando di adottare un approccio simbiotico piuttosto che dominante.

Ci può descrivere il suo lavoro, il materiale usato e raccontarci la sua opinione sul progetto Bologna Montana Art Trail ?

Il lavoro realizzato per il progetto Bologna Montana Art Trail nasce con la volontà di raccontare una piccola parte delle dinamiche ecosistemiche del territorio. Il soggetto è stato scelto a seguito di personali ricerche assieme ad un dialogo diretto con chi il territorio lo vive quotidianamente, che ha evidenziato come a volte sia complessa la convivenza tra uomo e animali selvatici. Il dialogo con gli abitanti di Loiano è stato fondamentale per l’aspetto progettuale ma anche logistico, essendo grazie a loro che il materiale è stato recuperato: castagno, roverella e salice sono stati gentilmente forniti dai diversi terreni dei privati attorno al luogo d’intervento e sono stati utilizzati per sviluppare l’intera installazione.
Il progetto Bologna Montana Art Trail è a mio parere un’iniziativa molto interessante e ambiziosa di valorizzazione del paesaggio attraverso l’arte. Si vede come chi stia realizzando questo progetto abbia un forte amore per il territorio e che attraverso la programmazione di attività ed eventi sparsi voglia farlo scoprire e raccontarlo a chi lo vive in maniera stabile o temporanea che sia, creando delle occasioni di informazione, educazione e vivere pratico del patrimonio presente.

L’artista di Land Art ama relazionarsi con la natura. Possiamo definirlo un artista solitario o ama integrarsi con altri artisti per progetti di più ampio respiro?
Credo che una sorta di “isolamento” sia insito nella dimensione creativa della Land Art, in quanto bisogna relazionarsi con la natura, e a mio parere è necessario un dialogo individuale con essa. Personalmente per me è abbastanza fondamentale sviluppare il lavoro in solitaria; certamente a volte è interessante e necessario avere delle collaborazioni ed uno scambio tra creativi.

Su cosa sta lavorando attualmente?
Al momento ho in programma una residenza artistica in Norvegia a fine agosto, oltre a diversi progetti in Italia da realizzare a settembre, tra i quali una scultura vivente ricoperta di piante vive.