Il piccolo dizionario della sostenibilità. Le parole del cambiamento climatico spiegate ai più giovani per renderli più consapevoli.
Intervista di Anna Magli a Mariagrazia Chianura, avvocato, che da oltre 20 anni si occupa dei diritti dell’ambiente.
Come spiegare a bambini e ragazzi cosa sono il cambiamento climatico e lo sviluppo sostenibile? Quali sono i gas dannosi per il clima e quali attività li producono? Domande cui ora è possibile dare una risposta grazie ad un piccolo ma prezioso strumento didattico scritto appositamente per i più giovani, anche se alcune definizioni, espresse con chiarezza, possono tornare utile anche a qualche adulto poco informato. L’idea è venuta a Mariagrazia Chianura, avvocato, che da oltre 20 anni si occupa dei diritti dell’ambiente. Con questo dizionario, che va da A di Agricoltura a Z di Zero waste, passando da Fonte rinnovabili, Gas serra, Smart City e molto altro, si intende spiegare a bambini e ragazzi cosa sono il cambiamento climatico e lo sviluppo sostenibile attraverso parole, disegni, filastrocche e mille altre idee. Tante parole difficili e sconosciute con cui entrare in confidenza, fondamentali per il futuro nostro e delle nuove generazioni.
Avvocato Chianura perché è fondamentale che i più giovani abbiano piena coscienza di quanto sta accadendo? Non c’è pericolo che uno strumento del genere sia un po’ ansiogeno per le giovani generazioni?
Molto dipende da come si comunicano le cose. Spesso le notizie sul cambiamento climatico in atto sono presentate solo dal lato “catastrofico”, con il rischio, in effetti, di creare ansia e anche una certa rassegnazione in chi le ascolta. Ho scritto Il Piccolo Dizionario della Sostenibilità proprio per questo: capire quello che sta succedendo e affrontarlo in modo propositivo, avendo ben chiaro quello che si può e si deve fare. E devo dire che è questo lo spirito con cui i bambini mi accolgono alle presentazioni dal vivo. Poi nella gara delle domande sulla sostenibilità che faccio alla fine, si scatenano! Dall’uscita del libro, a fine dicembre, ho incontrato circa 700 bambini delle scuole primarie e sempre si sono dimostrati appassionati e partecipativi”.
Un libro del genere potrebbe benissimo essere adottato nella scuola primaria per le lezioni di scienze. Che cosa consiglierebbe a un insegnante che ne voglia fare un libro di testo per completare e ottimizzare la sua funzione informativa?
Tutte le parole e i concetti analizzati e spiegati nel libro partono da un approccio scientifico: volevo scrivere un testo che potesse essere sfogliato e letto dai bambini e magari consultato per la ricerca scolastica. Un testo vero, diretto e senza troppi giri di parole, perché ritengo che i bambini siano in grado di capire tutto, basta solo utilizzare un linguaggio adatto. In qualche modo, ho scritto il libro che avrei voluto trovare per le mie figlie quando erano più piccole. L’ho scritto proprio come mi piaceva e mi sono divertita un sacco, soprattutto a scrivere le filastrocche, che sono una mia fissazione.
La sua attività a difesa dell’ambiente si è già espressa con il ruolo politico di Assessore ma anche nella fondazione di FuturaLab: come funziona questa associazione e quali sono le attività che ha promosso?
Futura (il nome è un omaggio alla canzone di Dalla) nasce come un piccolo gruppo di amici con la volontà di occuparsi attivamente del proprio territorio, partendo dalla sostenibilità, che non è solo ambientale, ma per essere completa deve essere anche sociale ed economica. Sono convinta che il primo posto in cui possiamo cominciare a cambiare le cose è casa nostra, inteso non solo come abitazione, ma proprio come il luogo in cui viviamo. Con FuturaLab organizziamo eventi a tema sostenibilità, per sensibilizzare e cercare di cambiare la percezione che abbiamo delle cose, siamo parte attiva di una comunità. L’ultimo evento organizzato è stata la presentazione del libro postumo di Gino Strada nel Castello Episcopio di Grottaglie, alla presenza di Simonetta Gola e di tantissimi alunni delle scuole del territorio.
Lei è anche docente presso enti pubblici e privati in materia di salvaguardia dell’ambiente, in modo particolare opera con il Nucleo Ecologico dei Carabinieri Tutela Ambientale. Come si è evoluta la tendenza dei reati contro l’ambiente negli ultimi anni, c’è più consapevolezza? Ritiene che in questo momento le leggi in essere puniscano adeguatamente chi inquina terreni e fiumi?
Sono stata docente al N.O.E. nei primi anni 2000, e lo ricordo come un’esperienza molto bella. Il tema dei reati ambientali è complesso: oggi ne sentiamo tanto parlare e questo è legato in parte a una maggiore consapevolezza dell’opinione pubblica. C’è anche da dire che le Forze dell’ordine oggi hanno mezzi più sofisticati rispetto al passato per svolgere le indagini, e quindi viene fuori anche quello che prima non emergeva. Ma purtroppo reati ambientali, anche pesanti, si commettono da decenni e ancora oggi continuiamo a subirne gli effetti sul suolo, sui fiumi, sui mari. Le leggi ci sono e vanno fatte rispettare, ma questo non basta: bisogna fare attività di prevenzione e investire nella bonifica dei luoghi inquinati per restituirli alla collettività. Trovo profondamente sbagliato continuare ad affrontare le questioni ambientali come se fossero emergenze: penso al problema degli incedi boschivi, che si verificano ogni anno. Bisogna prevenirli, non basta stanziare fondi per l’anno successivo. O penso al sistema idrico italiano, che è uno di quelli a più alta dispersione tra la fonte e il rubinetto. Lo sappiamo da tempo: ripariamo la rete idrica.
Pensa che il Corpo dei Carabinieri e le Guardie ecologiche volontarie siano in numero adeguato per sorvegliare e individuare i crimini ecologici sul nostro territorio?
Per quella che è la mia esperienza credo proprio di no. Lo Stato dovrebbe investire molto di più sulla tutela dell’ambiente e quindi anche sul controllo e monitoraggio del territorio. Si tratta di prevenire i danni, con un duplice vantaggio: ambientale ed economico. La tutela dell’ambiente, così come il cambiamento climatico, dovrebbero essere la priorità di tutti, privati cittadini ed istituzioni, perché ci riguardano tutti. E da qui dobbiamo ripartire: conosciamo le cause, insieme possiamo essere la soluzione. Dipende da noi. E i bambini, questo, lo capiscono subito.