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Impegnati a cambiare. La campagna di Altroconsumo per provare a trasformare tutti insieme la rotta del cambiamento climatico

Inchiesta di Altroconsumo

L’hanno definita eco-ansia,  la paura per i cambiamenti climatici che si ripercuote sul benessere emotivo e psicologico. Nelle persone più giovani e in quelle più sensibili ai temi di riscaldamento globale, cambiamenti climatici, aumento dei disastri naturali, ed eventi meteorologici estremi, l’ansia climatica può manifestarsi con sintomi specifici di distress. Gli italiani ne sono consapevoli? Riconoscono e conoscono il “problema”? Che impatto ha avuto nella loro vita quotidiana e come lo stanno affrontando? Quali sono, in definitiva, i loro timori e a chi affidano le loro speranze? Altroconsumo ha rivolto queste e molte altre domande a un campione distribuito come la popolazione italiana (per genere, età, 18-74 anni, livello di istruzione e regione), raccogliendo 1.103 risposte valide. I risultati dell’inchiesta fanno emergere il sentire comune su un tema che oggi è impossibile ignorare, ma accendono anche i riflettori su una serie di criticità ed esigenze della popolazione, che le istituzioni (italiane e comunitarie) si ritroveranno presto o tardi ad affrontare. Ecco quanto emerge dall’inchiesta di Altroconsumo.

Quanto sono consapevoli gli intervistati del cambiamento climatico e chi ne attribuiscono la causa?

Dall’indagine emerge che la consapevolezza è molto alta, infatti quasi la totalità del campione riconosce che c’è un cambiamento climatico in corso. Il 72% degli intervistati non condivide la negazione ed afferma di percepire chiaramente il fenomeno e le sue conseguenze e c’è una forte preoccupazione in merito.  La causa è attribuita alle attività dell’uomo ed emerge la preoccupazione che gli scienziati abbiamo raggiunto un consenso unanime su questa causa. Quindi, sicuramente,  c’è la consapevolezza ma anche una scarsa alfabetizzazione climatica cioè le persone sono  consce del problema ma anche poco informate, nonostante un 30% ritenga di esserlo. Abbiamo verificato quali fossero realmente le loro competenze in materia, attraverso un quiz di 7 affermazioni sulle cause del cambiamento climatico e i risultati sono abbastanza sbalorditivi. Solo il 12% delle persone sottoposte al test, su sette affermazioni, ha dato una risposta corretta solo su almeno due affermazioni. Viceversa, il  59% del campione ha risposto correttamente a pochissime affermazioni. Quindi, consapevolezza sì, informazione molto scarsa.

Che tipo di persona è più soggetta  all’eco-ansia? Per quali motivazioni?

I più informati sono anche i più preoccupati perché conoscono le cause, le dinamiche del cambiamento e quindi hanno l’esatta percezione delle conseguenze.  Però l’indagine è andata ancora più a fondo, utilizzando una scala molto specifica che valuta le ripercussioni a livello emotivo, cognitivo e funzionale per capire bene chi è più a rischio. È stato individuato che si tratta  degli under 40, soprattutto se c’è un minore in famiglia. Chi ha figli e pensa al loro futuro è sicuramente più in ansia di altri e teme che non si stia affrontando adeguatamente il problema. Sono anche quelli più informati in materia. Anche fra i più scettici non c’è un totale negazionismo.  Quattro intervistati su 5 percepiscono il cambiamento, hanno captato i segnali della crisi anche perché il nostro Paese, in Europa, è uno dei più vulnerabile alla crisi climatica e lo dimostrano le alluvioni, lo straripamento dei fiumi che sono ormai all’ordine del giorno. Quasi tutti gli intervistati, infatti, affermano di essere stati colpiti più o meno direttamente dal cambiamento climatico.

Possiamo dire, da quanto emerge dalla vostra inchiesta, che il cambiamento climatico incentiva anche uno stile di vita più sostenibile?

Certamente. Il movente, la motivazione principale che induce ad adottare stili di vita più sostenibili è sicuramente economico ma c’è anche attenzione all’impatto ambientale. Per esempio tra le misure che gli intervistati hanno già adottato c’è rdi idurre il consumo d’acqua, abbassare il riscaldamento, acquistare elettrodomestici ad alta efficienza energetica. È interessante notare anche quali sono le strategie che intendono mettere in atto quando gli sarà possibile. È emerso che molti vorrebbero produrre autonomamente energia attraverso le rinnovabili, adottare un distributore di energia green oppure sostituire del tutto l’impianto di riscaldamento. A livello di abitudini si segnala il desiderio di cambiare lo stile di vita, mangiando più prodotti stagionali, facendo attenzione al riciclo dei rifiuti, cercando di prolungare la vita degli elettrodomestici, usare auto elettriche, acquistare prodotti di seconda mano per dare un impulso all’economia circolare.

In cosa consiste la vostra campagna “Impegnati a cambiare”, come si può aderire?

Ci si può iscrivere a impegnatiacambiare.org, una grande campagna per costruire tutti insieme una nuova cultura dei consumi. Nel sito si trovano consigli, suggerimenti e informazioni per provare a cambiare la rotta del cambiamento climatico.