Dai giovani l’impegno più concreto per la tutela dell’ambiente: ma c’è ancora molto da fare.
Intervista di Anna Magli a Sebastian Colnaghi, green Influencer.
Intervista a Sebastian Colnaghi. Nonostante la sua giovane età, ventuno anni, è un apprezzato green influencer operativo già da alcuni anni tramite i suoi account social (Facebook, Youtube ed Instagram). Nato a Milano ma residente da anni a Siracusa, Sebastian ha una vera passione per il mondo dei rettili e per la natura in generale. Fra le sue iniziative di sensibilizzazione più note, c’è quella delle giornate ecologiche e della pulizia delle spiagge oltre ad altre che promuove tramite i suoi social, tutte indirizzate alla tutela dell’ambiente .
Sebastian, qual è la tua formazione scolastica? Hai fatto studi particolari con indirizzo di scienze naturali che ti hanno guidato verso questa passione?
Ho frequentato l’istituto alberghiero di Siracusa terminando al terzo anno gli studi per dedicare tempo pieno alle mie passioni. Da quel momento ho iniziato ad approfondire la conoscenza del mondo degli anfibi e dei rettili studiando da autodidatta sui libri ma soprattutto imparando sul campo. Fin dalla tenera età ho avuto la fortuna di vivere in una villa al mare, nella baia di Fontane Bianche, soprattutto nel periodo estivo, stando a stretto contatto con la natura e gli animali. Da lì ho iniziato a scoprire e conoscere i primi esseri viventi che abitavano nel giardino di casa. Passione che tutti ritenevano sarebbe scomparsa con il passare degli anni, ma che ad oggi mi ha portato a conoscere e scoprire sempre più a fondo un mondo nuovo che mi continua ad affascinare giorno dopo giorno, arrivando ad oggi a collaborare con dei ricercatori a livello scientifico, che posso tutt’ora definire i miei maestri di vita.
Cosa vuole dire oggi, nel 2022, dopo due anni di pandemia, essere un green influencer? Di che tipo di responsabilità ti senti investito nei confronti della tua generazione?
Con la terminologia di “Green influencer” intendiamo chi nel quotidiano propone al proprio pubblico delle scelte sostenibili e trasmette sicuramente un amore profondo verso il nostro pianeta. Amo e cerco di divulgare il più possibile al pubblico che mi segue luoghi incontaminati, viaggi mozzafiato e animali bizzarri, soprattutto a chi è giovane come me, perché su di noi giovani si basa il futuro. Sono sempre stato dell’idea che la conoscenza apre un mondo all’essere umano e non smetterò mai di imparare e divulgare al prossimo le mie conoscenze. Mi sento inoltre di avere una grande responsabilità essendo seguito da un pubblico prettamente giovanile, quindi mi sento in dovere di utilizzare i canali social per sensibilizzare le nuove generazioni sul tema dell’inquinamento del mare e della terra, dei cambiamenti climatici e della scomparsa di alcuni habitat.
Come sono i tuoi rapporti con gli altri erpetologi e come accresci le tue conoscenze sul campo?
Da appassionato seguivo diversi gruppi Facebook riguardanti il mondo degli anfibi e dei rettili. Da lì ho conosciuto Matteo Di Nicola, noto biologo e ricercatore di Milano, da cui è nata una grande amicizia. Con gli anni ho iniziato a collaborare con lui, girando l’Italia alla scoperta di tantissime specie di animali presenti nel territorio. Devo a lui e ai suoi libri gran parte delle mie conoscenze ma i momenti più emozionanti restano le ricerche sul campo, dove imparo sempre qualcosa di nuovo, oltre che conoscere questo incredibile mondo più da vicino.
Quale è la tua personale ricetta per coinvolgere i ragazzi della tua generazione in un maggior impegno verso l’ambiente? Tu credi che il Friday For Future sia un fenomeno superato o esiste ancora la possibilità, anche in questo clima di pandemia e di guerra, per dargli una collocazione tra le priorità delle agende politiche?
Sicuramente continuare a fare campagne di sensibilizzazione e organizzare giornate ecologiche affinchè i miei coetanei comprendano la gravità della situazione che sta vivendo il pianeta Terra. Tema che è stato messo ovviamente in secondo piano a causa del Covid 19 prima e adesso per l’invasione russa in Ucraina. Credo anche che ci siano interessi purtroppo ancora troppo elevati per l’industrializzazione e che forse, finché noi tutti non comprenderemo che sarà troppo tardi per salvare il nostro pianeta, non capiremo mai fino in fondo in che guaio ci stiamo andando a cacciare, però la speranza è l’ultima a morire, soprattutto finché ci saranno milioni di giovani che parteciperanno alle giornate di protesta del Fridays for Future guidate da Greta Thunberg, motivo di orgoglio e speranza per il nostro pianeta.
Tu ritieni che i tuoi coetanei, o almeno la generazione dei Millenians sia adeguatamente preparata sui rischi che l’ambiente sta correndo e sugli scenari che si prospettano nel caso non si passi a fare qualcosa di concreto nei prossimi anni? Quanto può preoccupare, un giovane della tua età, oggi lo stato del pianeta?
Credo che la volontà da parte di moltissimi giovani ci sia, però credo anche che finché non ci saranno delle conseguenze realmente concrete nessuno di noi sarà disposto a cambiare radicalmente stile di vita per salvare il pianeta, con la globalizzazione e con un mondo sempre più in via di sviluppo. Purtroppo ancora oggi vedo scene di giovani che gettano i rifiuti per terra o addirittura nel mare, questo mi dà la conferma che c’è ancora un grande lavoro da fare nelle scuole e sui social, però credo che tutti insieme possiamo fare la differenza per il nostro pianeta. Possiamo sicuramente contare sulla buona volontà di ognuno di noi nella vita quotidiana, utilizzando l’energia elettrica e riducendo il consumo di utensili monouso di plastica puntando sul biodegradabile.