Inside The Green
Intervista di Anna Magli Zandegiacomo a Elena Gatti: divulgatrice scientifica specializzata in editoria scientifica e scolastica.
Dopo la laurea in Scienze Naturali, con una tesi di argomento eco-etologico sulle raganelle del Parco del Ticino, ha collaborato per alcuni anni con un’associazione impegnata nella conservazione e nel volontariato ambientale. In parallelo ha iniziato a dedicarsi al settore editoriale, con alcune esperienze in redazioni giornalistiche e case editrici scolastiche e poi come freelance. In qualità di autrice, traduttrice e consulente, ha firmato molti libri divulgativi per bambini e ragazzi, testi scolastici di scienze, progetti di educazione ambientale e giochi didattici a tema naturalistico-ambientale.
Comunicare la scienza e quindi anche l’ambiente e la sua tutela ai bambini fa parte del tuo lavoro di divulgatrice. Che tipo di approccio comunicativo scegli per rivolgerti ad un pubblico così particolare?
Cerco di utilizzare un linguaggio coinvolgente ed esempi alla portata dei bambini e ragazzi, a seconda dell’età e della tipologia di libro o progetto. Quando possibile, cerco di inserire spunti ironici o divertenti, quiz, idee per attività nella natura o per esperimenti da fare in casa o in classe, stimoli che possano allo stesso tempo alleggerire la lettura e invitare a un impegno personale. Nelle traduzioni mi impegno molto nell’adattare il testo alla realtà italiana, in modo da rendere concreto e accessibile il messaggio originario.
Quanto sono ricettivi i più piccoli a queste tematiche e quanto è importante il loro contributo in famiglia per sollecitare nei genitori comportamenti più virtuosi?
I bambini hanno un’incredibile curiosità per i temi scientifici e ambientali, fanno domande, chiedono spiegazioni e non si spaventano davanti a termini difficili se vengono aiutati nella comprensione. Rispetto alle buone pratiche in campo ambientale, sono sempre molto orgogliosi di poter fare la loro parte come salvatori del Pianeta, e si rivelano quasi sempre dei perfetti portavoce. Più volte sono venuta a conoscenza di genitori invitati (o… costretti!) a cambiare abitudini dopo che i figli avevano seguito un progetto a scuola o letto un libro sull’argomento. “Ora ci sgrida se lasciamo aperto il rubinetto per più di un minuto!” oppure “Guai a sbagliare il contenitore della raccolta differenziata!”.
Nella tua esperienza di autrice di libri scolastici ritieni che la scuola sia adeguatamente attrezzata e motivata nella sensibilizzazione dei più giovani ai temi ambientali?
Negli ultimi anni c’è stata una vera corsa a introdurre nei testi scolastici e nei programmi extracurricolari approfondimenti e attività di tipo ambientale e naturalistico. Si punta sempre più anche sull’outdoor education, invitando insegnanti ed educatori ad uscire dalle aule, magari semplicemente a perlustrare il cortile della scuola o un giardino nelle vicinanze. Molti insegnanti seguono corsi e si informano. È sicuramente cambiato in meglio l’approccio allo studio delle materie scientifiche e gli stimoli e le opportunità per approfondire i temi legati alla tutela del Pianeta non mancano.
Gestione rifiuti, acqua, energia: su quali di queste tematiche ritieni che i più giovani si sentono maggiormente coinvolti?
I bambini più piccoli affrontano con entusiasmo tutti questi temi. Invitano i genitori a usare meno l’auto, a limitare l’acquisto di acqua in bottiglia, a non inquinare, a spegnere i condizionatori ecc. I ragazzi più grandi che iniziano a fare le scelte in prima persona a volte si perdono un po’: sono magari attentissimi alla raccolta differenziata ma poi non si fanno scrupoli nell’utilizzare mezzi di trasporto inquinanti per comodità o abitudine, oppure si dichiarano intenzionati a combattere il cambiamento climatico ma sono pigri nell’approfondire e studiare la reale portata degli interventi umani che lo stanno causando. Alcuni si fanno ingannare dalle sempre più diffuse fake news. Anche questo è un tema molto importante da affrontare: è indispensabile insegnare ai ragazzi a scegliere e valutare correttamente le fonti di informazione. Sarebbe importante non perdere quel che si semina nei primi anni di scuola, coinvolgendo anche i più grandi con attività ed esperienze mirate che li portino ad approfondire i vari temi e impegnarsi concretamente per il futuro della Terra.