Inside The Green
Intervista di Anna Magli Zandegiacomo ad
Alessio Cianci: manager pubblico e imprenditore.
Nominato personaggio Ambiente italiano dell’anno nel 2013 per il suo impegno sui temi del riciclo, della riduzione dei rifiuti e “verso rifiuti zero”, Alessio Cianci nel 2017 ha ricevuto il premio al concorso Innovation in Politics Awards a Vienna come unico italiano bissando nello stesso anno con il premio Campioni dell’economia circolare italiana presso il parlamento europeo di Bruxelles. Nel 2018 riceve il premio Città di Capannori, la città toscana dove esercita il ruolo di Presidente di ASCIT, l’azienda pubblica di igiene urbana e riveste cariche in molte altre aziende e associazioni che si occupano di servizi ambientali.
Si può dire che tu ti occupi di ambiente da sempre, visto che da oltre vent’anni, prima come Assessore poi come manager di aziende del settore, sei attivo nelle politiche legate alla sostenibilità. Esiste un determinato momento della tua vita in cui hai deciso di dedicarti a questi temi?
Durante l’estate tra la quarta e la quinta liceo decisi di passare parte delle mie vacanze in una missione presso una favelas in Brasile. Quell’esperienza mi insegnò molto e mi aiutò a capire quanta differenza c’è tra il mondo come appare sui media e la realtà. Cercai di convertire il senso di ingiustizia, vissuto tra quelle baracche, in impegno quotidiano e, da allora, cerco di fare il massimo per lasciare un segno positivo nel tempo che mi è dato vivere.
Dunque più che una decisione è stata la passione a guidarmi nell’impegno. E la consapevolezza che per cambiare le cose serve coraggio, coinvolgimento, partecipazione. L’unica strada per non lasciare una eredità devastante ai nostri figli.
Oltre ad un manager pubblico sei stato in passato anche un amministratore pubblico, in qualità di assessore. Nel libro Anticasta hai dichiarato che ”…la politica è tale se riesce a maturare consapevolezza , se alimenta la partecipazione, se fa crescere la democrazia e il protagonismo della comunità” . Coniugando queste indicazioni sul tema della sensibilità ambientale, quali sono le azioni concrete che si possono applicare per sollecitare in una comunità scelte consapevoli e atteggiamenti virtuosi Cosa rende più sensibili i cittadini?
Dobbiamo partire da un dato di fatto. Ovvero che abbiamo ancora pochi anni davanti per cercare di invertire la rotta dei cambiamenti climatici. Questo scenario di crisi può essere però anche una grande opportunità per ripensare la nostra società, per capire che la sostenibilità deve essere al centro di tutte le nostre azioni. Certe scelte saranno difficili, impegnative, complesse e mineranno molte certezze, portandoci a cambiare le nostre abitudini. Così come chiudiamo i rubinetti quando non ci serve l’acqua, perché altrimenti vedremo una conseguenza negativa nella nostra bolletta, dovremo attuare meccanismi simili anche per tutto ciò che consumiamo e per orientare aziende e comunità a una vera e propria conversione all’economia circolare e alla riduzione delle emissioni climateranti.
Secondo un’indagine dell’osservatorio Market Watch Piccole Medie Imprese di Banca Ifis, il 67% delle aziende valuta importante l’essere sostenibile, il 38% delle piccole e medie imprese italiane ha già avviato investimenti concreti per assecondare l’evoluzione in direzione di un’economia che tenga in considerazione anche le questioni ambientali. Ed infine, il 69% delle Pmi ha avviato almeno due iniziative e/o azioni “green”. Secondo te quali sono i motivi che spingono le Pmi a investire in sostenibilità e quanto può influenzare il coinvolgimento o le motivazioni dei dipendenti delle imprese stesse?
Gran parte del sistema delle imprese si sta orientando alla sostenibilità ambientale, questo può determinare per il nostro paese un grande balzo in avanti dell’innovazione. Imprese, pubblica amministrazione, organizzazioni sindacali, cittadini e lavoratori giocano un ruolo fondamentale per spingere la transizione ecologica. O tutti gli attori sociali si sentiranno davvero coinvolti e partecipi di questa enorme conversione di sistema o sarà difficile attuare questa rivoluzione.
Viva il Verde si adopera nelle sue iniziative a coniugare eventi sportivi con azioni di responsabilità ambientale. Nella tua esperienza questo contributo può essere di supporto ad una politica ambientale del territorio e in che modo?
Direi proprio di si. E’ fondamentale coinvolgere tutte le fasce della popolazione verso una maggiore responsabilità sociale ed ambientale. Farlo anche coniugando la passione dello sport con le buone pratiche ambientali è sicuramente un modo importante per avvicinare sempre più persone al tema ed in modo particolare i giovani. Sia lo sport che un ambiente sano sono entrambi sinonimi di salute, un connubio perfetto per una vita sana. Inoltre cercare di vivere la comunità attraverso lo sport ci aiuta a riscoprire l’importanza della socialità, coniugata alla responsabilità ambientale. Da sempre l’attività fisica è un elemento importante di aggregazione e universalità.
Dopo i recenti campionati di calcio, lo studio di Ener2Crowd.com smonta l’idea che bastino 600 mila piante, 50 mila per ogni Paese coinvolto, per azzerare l’impronta di carbonio prodotta dagli eventi calcistici di questi giorni. Quanto incide e come porre rimedio alle emissioni di CO2 emesse dai grandi eventi da ma anche all’impatto che hanno certe attività sportiva sull’ambiente? (come il disboscamento per fare campi da golf , l’utilizzo di attrezzi e abbigliamento non biodegradabili o riciclabili).
Come in tutti gli obiettivi più complessi solo attraverso l’approfondimento, la determinazione, l’impegno ed il cambio di mentalità, si possono ottenere grandi risultati. Con una maggiore e migliore pianificazione anche per gli eventi di questo tipo si possono ridurre significativamente gli impatti ambientali. Energia, mobilità, materia sono tre elementi che spesso in queste occasioni vengono sprecati o utilizzati in modo poco efficiente. Ripensare e riprogettare, in un’ottica di sostenibilità, è una necessità non solo per i prodotti che consumiamo ma per tutte le sfere del vivere nella comunità.
Recentemente hai dichiarato che a volte abbandoni la divisa manageriale per accompagnare i tuoi dipendenti nel loro lavoro di raccolta dei rifiuti. Una scelta on the road che ti ha fatto capire cosa?
Conoscendo da vicino le attività di un’azienda si possono comprendere molto meglio le dinamiche, gli aspetti positivi e le criticità. Coinvolgere anche i lavoratori nel cercare di attuare percorsi di continuo miglioramento è davvero importante. Un’azienda può raggiungere mete decisamente più ambiziose quando il sentimento di comunità fa diventare tutti veri colleghi, e fa sentire ognuno fondamentale per la propria squadra. Lavorare per migliorare sempre più il clima nelle aziende, aumenta il benessere dei lavoratori e conseguentemente i risultati stessi e la qualità nei servizi pubblici. E non solo. Queste progettualità, unite ai percorsi per la sostenibilità ambientale sono alla base del mio impegno quotidiano.