La bellezza per una vita sostenibile.
Articolo di Anna Magli.
Nella località di Dobbiaco si svolgono ogni anno, dal 1985, I Colloqui di Dobbiaco. Si tratta di incontri, ideati da Hans Glauber, che affrontano le tematiche ambientali di maggior rilievo proponendo di pari passo delle soluzioni concrete. Col passare degli anni i Colloqui di Dobbiaco si sono rivelati un prestigioso laboratorio di idee per una svolta ecologica nell’arco alpino e non solo. Dal 2010, gli incontri sono guidati da Karl-Ludwig Schibel, sociologo e ideatore dell’ecologia sociale. Molti i temi affrontati negli anni, come il denaro, il benessere, il suolo, intraprendere la grande trasformazione, il turismo dolce, le basi morali dell’impegno sociale ed ecologico, la sharing economy e il contributo della digitalizzazione alla sostenibilità. Rileggendo gli atti dei vari Colloqui abbiamo ritenuto interessante riportare le riflessioni e gli interventi dell’edizione 1998 quando, sotto la guida di Hans Glauber, sociologo, artista e alpinista italiano, si riunirono scienziati, biologici, architetti, paesaggisti, psicologi, sociologi per definire il concetto di bellezza e il suo legame con l’ambiente che ci circonda. Il tema degli incontri “La bellezza per una vita sostenibile, sviluppato nei Colloqui sulla base delle relazioni degli scienziati, fece scaturire 12 tesi che diventarono, nel tempo, una guida indispensabile per chi decide di operare sul paesaggio adottando i criteri di bellezza e sostenibilità.
Cerchiamo oggi di presentare, in questo articolo, una sintesi delle 12 tesi emerse dal Convegno, nella convinzione che ancora oggi, oltre ad essere straordinariamente attuali dopo oltre 25 anni, possono rappresentare una guida per chiunque consideri la natura e l’ambiente fonte di benessere e bellezza. Andando oltre ad alcuni suggerimenti che oggi potrebbero sembraci un po’ datati, è importante cogliere in queste tesi il forte principio di innovazione che è alla base del lavoro che si è svolto in questi anni: il fatto che non tutte le indicazioni siano seguite, ci fa pensare che questi suggerimenti possano ancora essere una interessante fonte di ispirazione.
Tesi n. 1: La bellezza è un’esigenza primaria dell’uomo
In tutte le civiltà, la bellezza apparentemente inutile e superflua è sempre stata considerata una necessità. Aver distrutto la bellezza della natura e della cultura che abbiamo ereditato è uno dei peccati più gravi della nostra civiltà. La mancata soddisfazione delle esigenze estetiche in un mondo sempre più inquinato e cementificato, e la perdita di sensualità nelle nostre percezioni ci rendono sempre più difficile trovare la strada verso uno sviluppo sostenibile. Senza bellezza non si realizza la vita.
Tesi n. 2: L’impatto con la bruttezza è stato per molti la vera spinta all’impegno ecologico.
Molte persone hanno acquisito una coscienza ambientale sentendosi offese nella propria sensibilità estetica e si sono mosse contro il deturpamento del paesaggio, i rischi tecnologici e la distruzione degli ecosistemi. Se l’impatto con la bruttezza è una molla per l’impegno ecologico, l’idea della bellezza e di uno sviluppo sostenibile possono infondere in noi la voglia e il piacere di impegnarci per un futuro ecologico.
Tesi n. 3: La bellezza è un fattore essenziale della sostenibilità
La bellezza è un aspetto irrinunciabile finora perlopiù trascurato. La bellezza del senso della misura, del non fare, della moderazione, della gestione accorta delle risorse, ma anche la bellezza della varietà ecologica e culturale, della peculiarità, della ritrovata identità locale, la bellezza dell’era postindustriale e solare sono altrettante espressioni di una bellezza conciliabile con una vita sostenibile.
Tesi n. 4: Non viviamo di solo pane: anche la bellezza è un bene vitale
Senza la bellezza le nostre percezioni ed emozioni sarebbero del tutto denutrite. Il bello deve quindi ritrovare il proprio spazio nella nostra vita quotidiana, coniugandosi con l’utile. Ciò vale anche per l’agricoltura e la produzione di alimenti. Per fare un esempio, le stalle, i laboratori (caseificio, forno, macelleria) e tutti gli altri spazi produttivi e abitativi, realizzati con criteri bioarchitettonici coniugano funzionalità e bellezza. E’ un esempio che mostra come un’attività produttiva ecologica possa rendere più belle e variegate le regioni rurali.
Tesi n. 5: L’artigianato, in quanto alternativa estetica e sostenibile alla produzione di massa, può vivere oggi un vero e proprio rinascimento.
La grande opportunità sta nella creatività, nella utilità, nella progettazione ed esecuzione affidate ad una sola mano, per di più ad un alto livello estetico. Ne possono nascere interventi creativi sull’ambiente, soluzioni personalizzate, prodotti unici e irripetibili, materiali belli, oggetti durevoli e facili da riparare, ossia tutti quei pregi spesso andati perduti con la produzione industriale. L’artigianato del futuro potrà fungere da modello, stabilendo livelli estetici più elevati, anche per la produzione industriale, ridando così vita all’antico sogno della completezza umana.
Tesi n. 6: I beni materiali del futuro dovranno essere sostenibili.
Non più quindi merci “usa e getta”, bensì prodotti belli, qualitativamente buoni e di lunga durata, realizzati nella consapevolezza della nostra responsabilità ambientale. L’estetica degli oggetti del futuro sarà imperniata su fattori quali il consumo ridotto di risorse, l’utilità e la funzionalità, la discrezione e la responsabilità sociale, ma anche sulle emozioni e le percezioni sensoriali che provocano. I beni ecologici del futuro rispondono a un’estetica nuova alla quale il design è chiamato a dare un contributo importante e responsabile.
Tesi n. 7: In futuro, sarà l’architettura solare a ispirare il gusto estetico e a guidare la mano degli architetti.
L’uso del sole può aprirci la strada verso un’architettura nuova, più in sintonia con la natura e in grado di produrre una maggiore qualità della vita nelle aree urbane, trasmettendoci una sensazione di benessere con edifici più verdi e luminosi. Le crisi ecologiche si possono superare solo progettando gli edifici in modo che il sole e altre fonti rigenerabili, tra cui la biomassa, forniscano tutta l’energia di qui necessitano. L’architettura solare è una strada da imboccare per il terzo millennio.
Tesi n. 8: La riscoperta della bellezza può far rinascere le città
Ogni centro deve ridefinire il rapporto col proprio territorio. Conservare, ristrutturare, restaurare e abbellire, salvaguardando le caratteristiche naturali e culturali, sono i fondamenti di ogni sviluppo urbano. Occorre riscoprire i luoghi, cogliendo la natura e la cultura che li identifica e che caratterizza la loro bellezza. Questa bellezza riconquistata può far rifiorire le città, come dimostrano gli esempi significativi di Napoli e Palermo, fino a poco tempo fa considerate perdute per sempre. Rivitalizzare i centri storici migliorandone la qualità della vita è un modo per conciliare la bellezza con uno sviluppo urbano sostenibile.
Tesi n. 9: La riscoperta della bellezza può avviare anche un rinascimento dei paesaggi.
Sui paesaggi lo sviluppo industriale e l’euforia della crescita hanno lasciato innumerevoli tracce di degrado. Oggi, la bellezza dei paesaggi europei, frutto del lavoro di molte generazioni passate, sta svanendo. In Toscana, e non solo, sta prendendo forma un movimento di tante piccole iniziative volte a ridare vita al paesaggio, con interventi di sensibilizzazione ecologica e di rivitalizzazione del patrimonio agricolo e architettonico. Si stanno sperimentando delle opportunità per coniugare bellezza e sviluppo sostenibile in forme non più riservate solo a pochi privilegiati. Occorrono sempre più uomini e donne desiderosi di lasciare un propria impronta nei luoghi in cui vivono, creando ed animando un paesaggio antropico degno di questo nome.
Tesi n. 10: L’era postindustriale è ormai cominciata.
Nel progetto di riconversione ecologica e urbanistica IBA Emscher Park, un’area di due milioni di abitanti, si è voluta salvaguardare la bellezza del patrimonio storico recente, realizzando al tempo stesso i presupposti di un’era postindustriale e solare, riconciliando la bellezza e la sostenibilità. E’ necessario operare per conciliare tra loro la storia, il futuro e la bellezza.
Tesi n. 11: La bellezza è realizzabile ed è legata indissolubilmente allo sviluppo sostenibile.
La bellezza, da sempre elemento di conoscenza e una delle motivazioni più forti delle azioni e dell’impegno umano, in futuro dovrà essere un elemento trainante per la svolta ecologica che abbracci tutti i settori della nostra vita. E questo richiede un’opera di sensibilizzazione mirata. Cibarsi di alimenti ecologici, percepire la natura con tutti i nostri sensi, cogliere il fascino del design e dell’architettura ecologica, vivere positivamente le città e i paesaggi, sono tutti piaceri della nostra vita. Il confronto con la natura e le cose belle evoca dei legami emotivi, soprattutto se la bellezza la creiamo noi stessi. Una società ispirata a questa etica deve spingere affinché la bellezza trovi riscontro in tutte le scelte politiche. La bellezza è un elemento per costruire il futuro.
Tesi n. 12: Meno velocità e quantità, più qualità e bellezza
La bellezza e lo sviluppo sostenibile sono i principi ispiratori di un saper vivere ecologico. Oggi è l’eccesso delle opportunità a mettere a repentaglio la nostra capacità di orientamento e la nostra indipendenza. I limiti sono la risorsa, ma illimitate sono le risorse immateriali: fantasia, creatività e bellezza. E’ ora di tirare il freno. Per evitare di essere irretiti, ingannati e imbambolati dalla “bellezza” delle offerte consumistiche, e per non ingannare noi stessi, ci serve è un’estetica personale e collettiva della giusta misura, una nuova eleganza della semplicità e un modo più sereno di vivere il tempo. Per essere convincenti, con noi stessi e con gli altri, dobbiamo riacquistare il senso del bello e del sostenibile e trasmettere agli altri questa cultura di vita.